Duzzq & LA$ e DRAHTHAUS

Elektro-Pop da Vienna // Voices

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Il Drahthaus Kollektiv, fondato nel 2015, è un’associazione di creativi che vivono a Vienna, con la visione di creare spazi per novità. Il cuore del collettivo è la band omonima, con quattro musicisti che suonano musica elettronica dal vivo con 20 strumenti, oggetti di uso comune ed apparecchiature per effetti. I Drahthaus sono elettronici, si concedono un po’ di pop ed ambiscono ad un po’ di jazz. La volontà di superare confini è un filo rosso che si dipana per tutti i loro progetti.
Nel 2020 è uscito il loro album di debutto. Un percorso strumentale sul filo, che alcuni ha fatto ballare, altri dipingere ed altri ancora semplicemente chiudere gli occhi e farsi trascinare. Attualmente i Drahthaus collaborano con vocalist. Il singolo “Dopamine”, scritto assieme ad Aunty, è molto apprezzato in diverse radio e su Youtube ha sfondato quota 100.000. Non ultimo perché il video tratta una tematica attuale: divertirsi nella pandemia Covid. Il film è comunque un mondo che interessa la band. Producono i loro video musicali da soli, nel 2022 è uscito il film “Fireworks”, musicato dai quattro artisti.
Ludwig Ascher // Valentin Martins // Simon Öggl // Hans Zoderer

Ad aprire questa serata speciale sono Duzzq & LA$, che ci hanno già sorpreso con la loro musica all’ultimo UFO Summer. Duzzq è Ivan Huber, suona la batteria, il pianoforte e studia canto classico al Tiroler Landeskonservatorium di Innsbruck. Insieme a LA$, alias Johannes Aschbacher, producono la loro musica nel genere hip hop/rap dal 2020, componendo ogni canzone da soli, sempre con riferimenti ai loro idoli Eminem e Travis Scott. A bordo c’è anche Nina Forer, che convince con la sua voce.

Info:
Tutte le manifestazioni sono programmate come esperienze all’aperto che hanno luogo nell’UFO Arena. In caso di tempo incerto, sarà utile portare antipioggia ed eventualmente coperte.
Se per la serata le previsioni danno pioggia forte o tempesta, le proiezioni di film avverranno in sala e i concerti sul terrazzo coperto.

Foto by Mateusz Wiglinzki